lunedì 22 agosto 2011

CASTORO (RICORDI CATTURATI)





Non trovo il punto interrogativo / come faccio / a togliermi
d’impaccio / è tremenda questa / tastiera di computer / e
adesso tutto il mondo è in mano loro!
Senza scrupolo alcuno / uccidono Natura
i loro interessi di crescente oro.


Fittizio bluff: mai un’epoca intrigante come questa,
coi microchips, surrogano la scienza / nascosta col tempo senza
tempo / ci fanno credere ciò che voglion loro.
Meno di nulla / quello che accompagna / la vita dell’indomito
castoro.


Dal nulla senza nulla siam venuti e, ricordando niente,
ci si appresta, senza equivoco alcuno, alla Gran Festa.
Finale d’altri tempi di altri luoghi, anticipo di sogni
mai vissuti, strani ricordi che non passan mai,
né intelligenza rendon manifesti.


Ma manifesti a chi, se non son nati, passanti
d’ogni volta e d’altri lidi, passanti che, continuamente infidi,
ricordano la vita ad altri cuori.
E giunge – giorno dopo giorno – l’esperienza del sempre,
sempre in cadenza simile, indelebile, che scivola nel vento
ad ogni vita.
Grama nei più. Per tutti l’esperienza in quel tratto di penna
di . . . chi non vuol morire. Paradossale:
perché non siamo nati mai, e mai morremo, eterni,
in ogni forma di tempo. Non certi di certezza, né di vaghe
blandizie, ci avviciniamo in relativo lento, decadimento umano
come lieve carezza.


Lesta, e vicina, Festa Grande è la nostra, terminale,
vibra lasciando fuori dell’Essere, di tutti noi,
la cenere.