martedì 27 aprile 2010

VIVERE PER SEMPRE


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Voglio
In alto librarmi
Verso il cielo
E varcare lo spazio
Remoto, nero
E sconosciuto

. . . . . . . . . . . . . . . . Perdermi assorbito
. . . . . . . . . . . . . . . . Entro l' interno estremo:
. . . . . . . . . . . . . . . . Riuscito fine

Sentire oltre lo schermo
Esterno del pianeta
Madre di Terra:
Piccolo grànulo
Rùvido di quark
Espanso . . . all'infinito.
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sabato 24 aprile 2010

VERSO LA FINE DI QUESTO MONDO

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File:Leonidas sigloXIX.jpg
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Ardore,
non alito di vento
non fruscìo, né sussurro:
quel che rimane di foresta tace,
senza voli d’uccelli, né d’insetti,
né quasi più presenza d’ogni umana
specie.

Non Tutto
è a Caso: adesso sento
il Nulla: un sottile filo rosso
inondarmi la mente e ricomporla
al Creato, in vivido riflesso
dallo splendore eterea Luce d'Altri,
mondi.

Ultimo
e fine: mare di onde
grigiobiancastre gelide; su ciò
che resta: tenui bagliori lontani
e vaganti, incendi più brillanti,
quando viene la sera, fredda intensa
notte.

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mercoledì 21 aprile 2010

IN QUEL GIORNO PIU' NON SI RITORNA


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Momenti catturati dalla vita,
stralci di tempi d’oggi come allora
senza alcuna importanza: le statuine
di Capodimonte dalla vetrina
s’offrono come da uno specchio rotto
all’interesse di chi passa ignaro.


Di lato il parco d’edificio vecchio,
incessante si frange a fronte il mare.


Eppure quelle cose viste allora,
senza molta importanza, ora a distanza
di tempo acquistano valore, il segno
del ricordo l’anima ha già improntato,
tornando alla realtà che non si ferma.


Una banale passeggiata a mare.
Guardare oggetti esposti nei negozi:
oggi, al pensiero, viene un groppo in gola
perché in quel giorno più non si ritorna.

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LA SCATOLA CINESE

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Piccola Cometa
dondolìo di una bimba
in attività stellare.

Ripercuotersi di coscienze
nel verde. Animale
fra tanti, in tanti
universi granelli, gemelli,
paralleli,
di sabbia. L’uomo
ripete all’infinito
l’errore e la gioja
di essere, per amore
o per forza.

E, per sempre, parte
di una scatola cinese
il Multiverso.



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lunedì 19 aprile 2010

UNA PICCOLA PIANTA GRASSA

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Pianta vestita
di rugiada,
fascino arcàno
d'esotismo raro,
i piuolini di spine
che indossi
t'accostano
a questa Terra
nostra.
Ti amo
piantina,
con ombre di Sole,
riflesse
sulle tue foglie
gialle
verdi grasse,
d'oro.
Intravedo ricordi,
tra le foglie,
pensieri di vita
e di morte:
sensazione
che capisca
e che soffra,
avverti tristezza,
anche Tu,
della pena dell' Uomo,
col vibrare
spinoso
di foglia
nella brezza di mare.

ALL’ALBA DEI VENT'ANNI
















Ricordo che con l'aria da bambina
I ricci tuoi ribelli avvoltolavi,
Col nastro rosso della festa grande,
Al tondo specchio.


Ricordo quella sera che svanisti
Via dal mio cuore, ormai invaghito
Perso, all'alba dei vent'anni.
Pallido il sole.


E ancora quando d'allegria più gaia
Baciasti quella foglia di ginestra,
Mentre, tremulo, un trillo di cicala
Echi destava.


E tua volesti far viola vermiglia,
A un libro di poesie dentro serbasti
Quel caro fiore: futuro di ricordi,
Ch'ora son mesti


Per me. Ora sogno, pien di tenerezza,
Gli atti infantili e splendido il sorriso
Ancora vedo, penso: "col tuo viso
Ciao, Giovinezza".

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venerdì 16 aprile 2010

UN SOL - UN SOLE


A mia madre
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Ti it nasse andoa ancomensa n’àutra vita
e it fas le pì bele còse ch’a i son ant el mond
Se Ti it parle, as ferma ‘dcò ‘l vent
e chi stà d’antorn a Ti, a stà ciuto e a sent.


Esagerà
trionf
d’ògni specc
neuv:
tute le volte che mi i vardo
‘nt el veuid, Ti it nasse
là, andoa la vita ancomensa
torna, con le cose pì bele . . .


Se Ti it parle edco ‘l vent as ferma,
a sta ciuto e a sent,
frapà. Soris,
ànima vera,
facia ed essensa
‘d paradis,
ant’l temp sensa temp,
se anvola
e a rapresent ‘l mej
d’la vita . . .


A berlus lontan
un sol che se anienta,
o mama, peui implòd .

°***

Tu nasce addo’ accummencia n’ata vita
e fai ‘e cchiu belle cose ca ce stanne
Si parle Tu, se ferme pur’o viente
e chi sta attuorne a Te’ sta zzitte e siente.


Sublìme
apoteosi
di ogni specchio
nuovo:
ogni volta che guardo
dentro ad esso nasci
là, dove altra vita comincia
con le cose più belle . . .


Se Tu parli, anche il vento
si ferma e chi Ti è intorno
tace ed ascolta
attonito. Sorriso,
anima vera,
volto ed essenza,
paradiso
nel tempo senza tempo
che s’ invola
e rappresenta il meglio
della vita . . .


Brilla lontano
un sole che si annienta,
mamma, ed implode.






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giovedì 15 aprile 2010

ANSIA NELLA NOTTE

-


.
Ascolta: un frullo d’ali, un trillo d’oro

guarda nel gran silenzio lo splendore.

Silenzio. Vaporose distanze.

Non respira il vento.

Scintillan fili d’erba a mille

in acceso fulgore di rugiade.


Pastori, armenti - risuona a tratti lento

tinnire di campani - guidano giù

dai monti, a pascoli piani,

poi tutto tace. Sul ciglio

della strada il gregge dorme.


L’ansia dei pastori s’attenua

in questa pace di stanchezza

lungo la via senza stelle. Notte

profonda. L’ombra di questa

croce cresciuta è a dismisura

nel cammino. Nel ... silenzio

assordante tendo le braccia

e non ti giungo, ti cerco nella luce,

candide vie tra i fiori, e non m’appari.



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lunedì 12 aprile 2010

ALL’ALBA DEI TRENT'ANNI


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Pronto? Paolo?

Sì, pronto, chi parla?

Prova a indovinare chi sono.

Mah, non saprei, la voce sembra bella..

Sono Flora..

Flora? Ma pensa.. Come stai?

Sto bene, son sposata.

Io ancora no..Ti ho pensato tanto..

Sì, ho sposato un operaio della Fiat.

Bene. Sono contento, ti vuol bene, sei felice?

Abbiamo un figlio, e l’ho chiamato .. Paolo.

Ma come? Come me? Perché.

Forse ti volevo ancora bene, ma eri troppo geloso..

Non dire sciocchezze, tu eri troppo allegra.

Ora sto bene, Carlo mi vuol bene.

Allora auguri di felicità, bacia per me il .. bambino.

Mi suonano alla porta, devo andare..

Aspetta, senti, ascolta. Ancora un poco...

. . .

Pronto, pronto.. è caduta la linea.



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Paolo Santangelo

domenica 11 aprile 2010

ARMONIA NEL CAOS

-

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Sinuose danzano

Strutture nello spazio

Nero del mio computer

Tripudio di colori

Diversi si susseguono

In euritmìa geomètrica

Si allargano, con grazia

Si insinuano triangoli

In quadrati, gli uni lenti

Negli altri: farfalle

In un perenne moto senza fine.


Policromìa di forme:
.
In verde, in viola, in bianco,
.
In giallo, in rosso, in blu:

Lìnee polièdriche,

Irregolari e non,

Guidate nel caos

Dal caso matemàtico

Del Primo Creatore Iddio.



Bit, bit,

Si confonde di morte
.
Il velo dell’animo: il mio

Sole tramonta

Nel monte lontano

Orizzonte rosato,

Scenario consueto del mondo.

Abbuiato terrore
.
Di questo sovrano mai stato.




Bit, bit, virtuale

Si diffonde voluto

Il percorso nel nuovo

Computer. Sensazioni

Di unione profonda



Sempre più:
.
Programma che informa

Evoluzione continua

Totale, sempre puntuale,

Più tesa

Scopre potente il legame

Dell’uomo al computer . . .



Globale

Nel piccolo punto dorato,

In cifra infinita di stelle.







--


31 Ottobre 2001

IL MONDO E' DEI BATTERI - (...) "fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza" (...) *

-

Chi s’interessa e di chi?



Di chi rimarrà questo


Mondo distrutto?


A macerati reduci scampati?




Sopratutto a quei, d’uomo


conviventi in maggioranza
.


battéri nemici e amici



che sono fuori, e d’intorno


sopra e dentro di noi.




I nemici ci infettano.
.



Gli amici ci dominano




complemento della vita nostra,


trasmessi nel cordone ombelicale


già da nostra madre:


da allora ne portiamo un chilo dentro,


o forse più, per tutto



“il nostro viaggio”.



Impossessati da fauna e flora battérica


d’obbligo/aiuto alla nostra


sussistenza.




L’umano/materia è imperfetto.



E così nel crearci,



ci ha aiutato



in immagine e somiglianza suoi di clone



SantEsserDio



ma ... solo nell'anima.



Speriamo di salvarci


con le nostre

sinapsi cerebrali:

con la mente,

ancora più cercando

il contenuto, pregando..


se non vogliamo finire,*

ma l'umana vita è troppo breve

per vincere le sfide!








--
Aurora - Torino, 04 11 2001
--

DALL’AEREO

.
.


Il vello di nuvole

opprime, schiaccia,

s’inoltra, incombe

più in basso di noi,

sulla Terra.


Il clima cambia


a causa d’uomo egoista

di animo umano,

che crede di essere eterno

al di sopra di mali e di guerre!


E il tempo piange,


sempre di più

sul passato:

c’immerge, c’involge

tracimano i fiumi

nel prato.


Intanto!

Chi sembra

di porvi rimedio?
.
Non è opera mia

giudicar gli impuniti

ma di TUTTI:

per il mercimonio

di pochi potenti tutta

l’attuale “civiltà” ,

da rivedere e rifare,

più non si comprende

né la possiamo capire più. . .


Migliori gli animali,

ché l’anima ce l’hanno.



Alcuni

Capi del Mondo,

ch’è anche il nostro,
.
stuprano pure il futuro,

ché il presente non basta!


Ma a tutto pagheranno
.
i loro figli,

coi ... nostri.











--

L U N A




.
Dell’Otto Aprile, come appari grande

a noi, che ti osserviamo dalla Terra!

Eppure, simbolica minuscola,

tanto influisci sui destini umani!

Sei Luna.

Quella degli Innammorati.

Sei Luna piena

di natura istinto dei lupi,

che reclamano il domani

ti pregano e comunicano

con te ululandurlando

le represse ansietà dei loro amori

e

le nostre paure.



Nitida, grande appari questa notte,

unigenita figlia della Terra

di mìcrobi, battéri e qualche umano:

etnìa di minoranza parassita,

anche se questi crede

di essere il grande perno della vita.



Ed è nessuno!




-
Torino, 8 Aprile 2001
-

L'ENTITA' AL SUO RITORNO

.

Giovando

a se stesso,
chi si ritiene
il più furbo
è infelice,
il più ricco
è povero.


Colui

che si crede
mentalmente
superiore
agli altri
ha ciò
che gli spetta:

uomo,
che ancora pensa
di esistere
immortale,
finché sia in vita.

Poi, puro essere.

Fino a quando
Iddio non deciderà
di rimanere
solo!




-
Om.De.In., 24 Luglio 1989.

NANO

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A DIEGO, IL FANTASTICO
del Circo di Moira ORFEI

.
Il nano
guarda e ride,
salta e si balocca
davanti a tutta
quella folla sciocca,
che ancor più ride.



La folla
cieca uccide
l' anima del nano
con l' egoismo
della gente sciocca
che solo ride.



Il nano
scherza, ride,
corre veloce, si balocca
facendo tanti
versacci con la bocca
piccola, e ride.



Quando
egli è solo,
a casa sua, ripensa
alla natura
crudele, verso lui solo
e, amaro, ride . . .



Ma all' improvviso,
un bimbo biondo
anch' egli ride
con gli occhi e con la mano;
lagrima dolce, ora scende
al nano . . .
NON TUTTO E' INVANO!





Om.De.In., 25 Dicembre 1965


Paolo Santangelo