martedì 22 giugno 2010

ORGOGLIOSA RIPIDA VERTIGINE

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Dall'alto, dalla cima della vetta
più alta, scorgo solcate dai trasporti
d'uomini e cose, piccole le vie,
piccola la piazza dai sei fari
a valle. Annidono casine su minori
alti colli a me d'intorno: contemplano
in orgogliosa ripida vertigine
l'orrido del burrone aspro nel basso.

Làbile, l'umano è in festa grande
laggiù, oggi timido, mutevole nel tempo,
mentre fervido ammanta le stradine,
per il sacro corteo, di fiori e fede.

Filo d'argento fine, questa cima
è come una tribuna per i miei

pensieri più eccelsi: terre là, al Sud
piene di sete e di silenzio tenue,
di grigioperla e di brumàle freddo,
di questa valle senza tempo immersa
nei suoi mille ricordi, ampia e sinuosa.

.Valle che accumula leggende, mentre
al tramonto cantando scende il vento
stanco di trascinarsi sulle cime.


Ed in fondo ... il mare, mare di schiuma
che alacre, umano il brulichìo accarezza
spumeggia e copre, fin quasi a volere
velare la bellezza della vita,
la "felice esistenza" tante volte
anelata dall'uomo e mai avuta
al suo supporre, pieno di tristezza:
si spezza e passa precària dalla notte
la vita. Diventa adesso eterna nella Luce.


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lunedì 14 giugno 2010

OCCHI DI CASE

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Occhi di case,
aperti a questa vita,
allegri, vispi o, immensamente, tristi
meditan sulla grande dipartita
Tua, che li apristi.



L' Inferno, il "Fiore",
la Storia, la Natura
che in Italian Volgare descrivesti
dal Latino, dicono: "a te conviene
d' essere morto".



"D' essere morto
allor, prima che queste
menti allegre, moderne, spensierate
facessero fuggire Inverno a Estate
contro natura . . ."



Innaturale
è il mondo ch' é rimasto
a Tua memoria, vano, ormai per noi,
o Dante eterno, senza assomigliarTi,
noi del . . . domani.



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Om.De.In., 27 Dicembre 1957

domenica 6 giugno 2010

UMANI DISUGUALI














Casupole di fango rosse e nere,
strade bianche di gesso, mulattiere,
che ci provocano un certo sgomento
quasi un tormento,

ora ruderi spogli, nel pensiero,
ricordo: insediamento lusinghiero
d' esistenza, da illudere l'umano
d' essere eterno.

Sfoggiava: " Guarda l' opera! Rimane "
" da me costrutta, dal mio genio immane "
" di tutti gli animali superiore,"
" dominatore ! "

Nel campo mezzo grigio e mezzo d' oro,
dove il grano nasce, parco è il ristoro
del contadino, eppur pare una mensa
ricca: ciò pensa

il Saggio che conosce tra 'l terrestre
dominatore, l' umile e il pedestre
che arando, sparge, moltiplica il biondo
oro. Nel Mondo.


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Om.De.In., 22 Giugno 1959