mercoledì 12 maggio 2010

SCOPPIO D'AZZURRO E STREPITO DI MARE

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Ferdinando Ragni - tramonto sul mare in burrasca
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La luce del sole, il buio nel vento
è come richiamo, è come lamento
che, ad ogni mattina, ci porta la vita:
la rosa che olezza, la gioia gradita,
sventura subìta, la fresca carezza
del dolce mattino, è come un inizio,
è come la fine del certo destino,
è come la fede di un baldo novizio . . .


Poi, solite cose: l' eterno tormento
dell' ora che fugge, lo stesso momento
incosciente del sonno, l' eguale
sbadiglio al risveglio, la solita noia.
Il solito alterno eternarsi dei vivi,
chi astuti, chi giulivi, lieti ignoranti;
chi tristi: cosciènti di ciò che gli eventi
casuali inducano incerto il futuro . . .


Questa la vita: il fatto smarrito
nel nulla; ed è questo l' uomo: bambino
piangente, una culla, l' òbito inizia . . .
Gode chi ha fortuna, pena chi langue
ed in mestizia perdona sofferente
ché senza scampo è oppresso dai potenti:
atàvica ingiustizia del creato,
seguente della mia progènie amplesso.


E solo un giusto, se quel giusto esiste,
nel morir sa godere della vita:
scoppio d' azzurro e strepito di mare.
Ma questo prima d' autodistruzione,
ingorda per qualcuno che s' accresce
nel rapporto d' egoismo inquinante,
umana creazione delinquente
e, peggiore realtà, che sempre mente.


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Om.De.In., 5 Gennaio 1957

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